PROGETTARE IN QUAMM
Design thinking: cambiare prospettiva prima della tecnologia.


Mi sento davvero fortunato ad aver vissuto la mia infanzia e adolescenza tra gli anni ’90 e i primi 2000.
Chi c’era, non può non ricordare le cabine telefoniche (e la collezione di schede telefoniche, ovviamente), i VHS, le fotocamere usa e getta. E poi la libertà di suonare al citofono di un amico senza preavviso, le attese strategiche per incontrare qualcuno, lo smontare l’autoradio prima di scendere dall’auto, la caccia alla canzone perfetta alla radio per registrarla sulla cassetta.
A scuola, il futuro graphic designer si aggirava in stanze piene di tavoli da disegno, matite di ogni durezza, penne a china, squadre e colori. Di computer neanche l’ombra.
Poi, tutto è cambiato.


Telefono Sip a gettoni e monete marca Urmet, modello Rotor anni '80
Oggi siamo costantemente connessi, possiamo sentire amici dall’altra parte del mondo in tempo reale, condividere ogni istante della nostra giornata, accedere a infinite informazioni con un semplice tap. La tecnologia non ha solo trasformato le nostre abitudini, ma anche il modo in cui interagiamo con il mondo—e il design non fa eccezione.
L’era digitale e il nuovo ruolo del designer
Smartphone e tablet hanno spalancato le porte a professioni impensabili fino a qualche decennio fa, e il mestiere del graphic designer si è evoluto di conseguenza.
Oggi, progettare un’interfaccia significa pensare in modo strategico. Così come la disposizione dei pulsanti nelle vecchie cabine telefoniche permetteva a chiunque di usarle, le interfacce digitali devono essere intuitive, accessibili e funzionali.
Qui entra in gioco lo UX Designer: la figura che analizza il comportamento degli utenti per dare forma all’esperienza digitale. Esattamente come l’ergonomia studia la forma degli oggetti per migliorarne l’usabilità, lo UX Design si concentra su come rendere l’interazione più naturale e piacevole.
UX Design e UI Design sono due discipline diverse, ma profondamente connesse: lavorano insieme per garantire all’utente un’esperienza fluida, intuitiva e, perché no, memorabile.
Il mio percorso nel design
Negli anni ho indossato molti “cappelli”: ho iniziato come industrial designer, mi sono occupato di concept per videogiochi, progettazione architettonica, stand fieristici, logo design, grafica web. Poi, la passione per il digital mi ha spinto verso il mondo delle interfacce: siti web, e-commerce, app, dashboard, pannelli di controllo.
Ad un certo punto, mi sono reso conto che la mia formazione in progettazione visiva (griglie, teoria del colore, tipografia, gerarchia visiva) non bastava più. Dovevo guardare oltre.
Ho iniziato a interessarmi a tutto ciò che precede l’estetica: il perché dietro ogni scelta, il comportamento degli utenti, la loro esperienza. E questa prospettiva mi ha portato a crescere, grazie anche a un team di professionisti con cui condivido ogni giorno sfide e soddisfazioni.
La sfida quotidiana: progettare per le persone seguendo il design thinking
Fare design oggi non significa solo creare qualcosa di bello, ma risolvere problemi reali e trasformarli in esperienze coinvolgenti.
Per questo seguiamo un percorso di validazione basato sul design thinking, un metodo interattivo e centrato sull’utente, introdotto nel 1996 dal Premio Nobel Herbert Simon in The Sciences of the Artificial.


Processo di Design Thinking
Le cinque fasi della metodologia del design thinking sono:
- Empatizzare con gli utenti per comprenderne bisogni e aspettative.
- Definire i problemi reali e individuare le opportunità di miglioramento.
- Ideare soluzioni innovative basate sulle informazioni raccolte.
- Prototipare per trasformare le idee in progetti concreti.
- Testare per validare e perfezionare il prodotto finale.
Questo approccio ci permette di raccogliere insight preziosi attraverso osservazioni e interviste con gli utenti finali. Solo così possiamo davvero capire chi utilizzerà il nostro prodotto e come renderlo migliore.
Oltre il design: l’interazione come valore
La tecnologia ha spalancato nuove opportunità per il design. Un tempo, la progettazione si basava su canoni estetici: equilibrio, contrasto, audacia. Oggi, conta molto di più l’interazione.
Le scelte dell’utente, i suoi comportamenti, il modo in cui naviga un’app o un sito web sono il vero cuore del design.
E quando riusciamo a combinare armoniosamente funzionalità, estetica e usabilità, possiamo finalmente dire, con un pizzico di orgoglio: questo è un buon lavoro.
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